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Lione - Opéra de Lyon: Mefistofele

...È probabile che a Lione la scelta del titolo sia stata caldeggiata da Daniele Rustioni, da poco nuovo direttore musicale del teatro, che sembra aprire al repertorio italiano un’istituzione sinora piuttosto diffidente: per dire, dal 2003 sono stati rappresentati solo due titoli di Puccini (Manon Lescaut e Trittico, quindi nemmeno i più popolari) e pure Rossini è fermo allo stesso numero (Cenerentola e Comte Ory); Donizetti addirittura è presente con un solo titolo (Le convenienze e inconvenienze teatrali presentate come Viva la mamma), mentre Bellini è stato eseguito solo in forma di concerto. Che lo scorso festival primaverile sia quindi stato dedicato interamente a Verdi con tre titoli diretti da Rustioni e che quest’anno il teatro inauguri con Mefistofele (peraltro di gran lunga il titolo più popolare presente in cartellone, dove spiccano Rodelinda, Da una casa di morti e L’incantatrice) sembra indicativo di una nuova apertura.

I lionesi sono ripagati dal “loro” direttore con un’esecuzione di alto livello, dove Rustioni coinvolge con entusiasmo le masse artistiche del teatro, in una lettura che non ha paura della magniloquenza sonora insita nell’opera ma non ne fa il suo unico motivo di essere, anzi. Il feeling con l’orchestra è evidente, il suono non è solo di nitore esemplare (che in quest’opera difficilmente si potrebbe definire imprescindibile) ma riesce a non far cadere mai la tensione drammatica nell’arco della narrazione, distinguendo inoltre le diverse tinte dei vari momenti, con una menzione di onore per la scena del carcere. Lodi senza riserve devono, inoltre, essere fatte agli artisti del coro, non soltanto per l’assoluta precisione musicale ma anche per come seguono le indicazioni registiche con assoluta credibilità, senza risparmiarsi e senza mai compromettere la parte musicale.

Daniele Galleni, Operaclick

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