Madrid, Teatro Real – Falstaff
Dal podio, Daniele Rustioni sprizza energia e giovinezza da tutti i pori: lo si coglie nell’entusiasmo e nel trasporto con cui guida l’orchestra madrilena. La sua è una lettura vibrante dell’estremo capolavoro verdiano, che riesce nell’intento di coniugare una narrazione serrata a una encomiabile attenzione alla finezza di scrittura strumentale. Così, i fiati assumono un suono corrusco e tonante, i legni si piegano morbidamente nel canto, gli archi sono ora sciabolate di suono, ora sottili veli sonori per il fluttuare delle voci. L’attenzione alla qualità timbrica si unisce a una bella duttilità agogica, nel segno di un’adesione allo spirito di questa partitura che ne coglie soprattutto la dimensione di ironico disincanto, velato sì di amarezza ma in fondo destinato a dissolversi nella magica leggerezza del bosco incantato conclusivo e nella roboante, vivacissima fuga che sigilla in modo così spiazzante l’intero teatro verdiano.
Fabio Larovere, Connessi all’Opera